"EMILIO SALGARI"



EMILIO SALGARI
(1863 - 1911)

Emilio Salgari nacque a Verona il 25 agosto 1863. Fin dalla giovinezza si dedicò alla lettura di documentazioni storiche e geografiche riportate da viaggiatori e naturalisti in quella irripetibile epoca di esplorazioni che fu la seconda metà dell'Ottocento: avrebbe evidentemente voluto visitare tutti i luoghi e vivere tutte le situazioni riportate da quei viaggiatori e che poi la sua febbrile immaginazione ricreò nei suoi 85 romanzi in cui riuscì a trasfondere il “senso” di scoperta dell'esploratore, per la gioia degli adulti suoi contemporanei e dei ragazzi del nostro secolo. Fatto sta che, dopo aver frequentato l’Istituto Tecnico Navale di Venezia, si diede ad una narrativa “naif” di evasione (esordì nel 1883 col racconto “l selvaggi della Papuasia”, pubblicato sul periodico “La valigia” di Milano) nella quale i personaggi davano libero sfogo alle loro passioni negli sconfinati orizzonti di paesaggi selvaggi in cui solo l'ardimento contava. Nel 1885 fu imprigionato per breve tempo nel carcere di Peschiera per aver ferito gravemente in duello un giornalista de “L'Adige”. Nella stessa epoca si innamorò di una giovane e nobile inglese, alla quale si ispirò per le sue eroine letterarie. Nel 1892 convolò tuttavia a nozze con IdaAidaPeruzzi, dalla quale ebbe i quattro figli Fatima, Nadir, Romero e Omar.
I suoi romanzi furono dapprima pubblicati a puntate su vari quotidiani (“La nuova Arena", di Verona; “Il telefono”, di Livorno; “La Gazzetta di Treviso”; “La Provincia di Vicenza” ed altri) e poi raccolti in volumi per le case editrici Paravia, Treves, Donath e Bemporad. Il ciclo più lungo da lui scritto è quello malese, che consta ordinatamente dei seguenti undici romanzi completi: “La Tigre della Malesia” (poi suddiviso in “Le tigri di Mompracem” e “L'addio a Mompracem”), “Gli strangolatori del Gange” (poi ribattezzato “Gli amori di un selvaggio” e successivamente “I misteri della Jungla Nera”); “La Vergine della Pagoda d'Oriente” (chiamato in seguito “I pirati della Malesia”); “Le due Tigri”; “Il Re del Mare”; “Alla conquista di un impero”; “Sandokan alla riscossa”; “La riconquista di Mompracem”; “Il bramino dell'Assam”; “La caduta di un impero”; “La rivincita di Yanez”.
Gli scritti di Salgari, che per altro non gli diedero la sperata agiatezza, non intendevano certo avere pretese estetiche ma ebbero ugualmente un'eco superiore e più duratura di quella di opere di moltissimi altri scrittori suoi contemporanei per le emozioni, i sogni e le magiche atmosfere che sapevano evocare, anche per le squisite interpretazioni grafiche che ne dettero gli illustratori Gamba e Della Valle.
Tormentato da una forma di schizofrenia dovuta al suo fervido fantasticare e spossato da un esaurimento nervoso e dalle condizioni mentali della moglie, Emilio Salgari morì suicida il 25 aprile 1911 in Val San Martino presso Torino.


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